venerdì 29 febbraio 2008

MA LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI.....???



"ROMA - Chi parcheggia l'auto in doppia fila e si rifiuta di spostarla commette un reato. Lo ha sancito una sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna a 15 giorni di reclusione, per il reato di violenza privata, nei confronti di un quarantenne romano che aveva posteggiato la sua auto dietro quella di un altro automobilista e si era rifiutato di spostarla per farlo uscire".

Questo il lancio di agenzia.....poi.....

Ora di pranzo. Scena tipica in molte case italiane: un tavolo, delle sedie, un pasto pronto per essere consumato e televisore acceso mentre in onda c'è il telegiornale.

Ok, direte, cosa c'è di strano? E soprattutto, che c'entra con il titolo del post?

C'entra, specialmente dopo aver ascoltato dalla bella collega/mezzobusto di turno un paio di notizie, una dietro l'altra: la prima e' che mettere la macchina in doppia fila sta per diventare un reato gravissimo, meritevole anche di prigione. La seconda e' che un romeno, che un paio di anni fa, ubriaco perso, uccise travolgendo con la sua automobile marito e moglie, adesso e' tornato tranquillamente in liberta'!!!!

O mio Dio, ho pensato. Ma dov'è l'errore??

Metto la macchina in doppia fila e vengo equiparato ad un terrorista che sequestra un edificio con tutte le persone che ci sono dentro, armato fino ai denti (è lo stesso esempio fatto nel servizio del tg).

Poi magari esco di casa dopo una decina tra birrette e mojiti vari, prendo l'auto, metto sotto una persona e la uccido e poi basta patteggiare una pena per essere liberi come il vento???

O mio Dio, ho ripensato....ma questo errore dove cavolo sta???

Perche' deve esserci per forza un errore, non è possibile che si sia arrivato a questo. Per logica, il romeno dovrebbe essere tenuto in galera, magari rimpatriato e magari in un istituto di alcolisti anonimi....quello che ha messo la macchina in doppia fila..tiè...al massimo se la dovrebbe cavare con una multa salatissima.

Mah!! Intanto, mentre penso a quell'errore che non riesco ancora a trovare, mi chiedo con quale faccia ai parenti di quella coppia uccisa dal romeno ubriaco un funzionario qualsiasi abbia potuto comunicare la notizia...

E soprattutto immagino quella di mia madre, che mi crede un bravo ragazzo, quando un giorno saprà che sono dietro le sbarre perchè...ero sceso un attimo dalla macchina per comprare il giornale!!!!!

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lunedì 25 febbraio 2008

5 anni senza Albertone: un ricordo



24 febbraio 2003 - 24 febbraio 2008. Cinque anni senza il più grande di tutti: Alberto Sordi.

Per ricordarlo pubblico l'articolo che ho scritto per un giornale proprio il giorno della scomparsa. Ciao Alberto.

"Aho, e sto a scherzà..."!! Chissà quanti di noi avrebbero voluto sentire questa frase dopo che la notizia è cominciata a circolare. Magari accompagnata da quella risata e quel modo di fare tutto romano che avrebbe avuto il significato di un...ce siete cascati è? E invece no. Alberto Sordi era andato via veramente, di notte, senza troppi clamori, un pò come è stato il suo stile di vita: sempre alla ribalta, ma schivo nelle sue cose più personali.

Roma ha capito a metà mattinata, una anonima metà mattinata di fine febbraio e subito dopo il tam tam di radio e televisioni si è creata una folla spontanea sotto la residenza di colui che per i romani aveva fatto molto, rappresentandoli nel mondo in tutte le sfaccettature.

E quella folla era un atto dovuto, un ringraziamento, insomma, un vero e proprio atto d'amore verso chi aveva riversato fiumi d'amore verso la città eterna."Albè, sto film proprio nun ce lo dovevi fa vede...", è stato uno dei tanti commenti della gente, commossa, in quella Piazza Numa Pompilio gremita. In tantissimi hanno portato dei fiori, altri piangevano, altri ancora erano pronti a ricordare le battute più famose dei suoi film.

Già, le battute, entrate di diritto in quella zona che per convenzione definiamo il mito, ma che prima di tutto sono entrate a far parte della quotidianità. Alzi la mano chi di fronte ad un piatto di spaghetti non ha mai esclamato almeno una volta: "M'hai provocato e io ti distruggo.me te magno...".

Sordi ha lasciato una eredità pesante da raccogliere: 190 film nei quali ha rappresentato tutto ed il contrario di tutto, i suoi personaggi erano per la maggior parte romani, ma la sua forza è stata quella di far vedere al mondo intero chi è l'italiano, come la pensa, come agisce nelle varie situazioni della vita, come lavora, come sogna e come è fiero di esserlo.

Quest'ultima affermazione riporta alla mente uno dei capolavori del cinema, La Grande Guerra: insolente, imboscato, poca voglia di partecipare all'evento bellico, ma alla fine vedendolo di fronte al plotone d'esecuzione, morire pur di difendere un amico, milanese, un ideale e una bandiera, ha fatto tirare fuori i fazzoletti a molti. E la tirchieria? Non scherziamo, è la classica leggenda popolare. Lui era nato a Piazza San Cosimato, in mezzo alla gente, e da qui è nato il suo saper gestire il denaro guadagnato all'inzio con grande fatica.

Ultimamente aveva donato un terreno per la costruzione di un ospedale, manteneva dei bambini con una adozione a distanza, ma forse i più non lo sapevano, ma lui voleva così.

Avrebbe voluto vedere Roma, la sua città, libera dal traffico con la rivalutazione dei suoi monumenti, è stato Sindaco per un giorno e se fosse stato possibile, avrebbe firmato tutti i documenti necessari per farlo. In una famosa battuta tratta dal Marchese del Grillo, lui nobile si rivolge al popolo dicendo "...Io so io e voi nun siete un c..."!! Non lo pensava di certo, era solo un modo per far ridere l'ennesima volta.

Sordi non c'è più, il ricordo personale è quello della prima intervista "seria e vera" fatta agli inizia della mia carriera giornalistica e quindi, avendolo incontrato, l'emozione non può che salire alle stelle: quaranta minuti di chiacchiere, splendide, importanti...ed una stretta di mano difficile da dimenticare.Ora, leggendo la strofa di una sua canzone, starà guardando quei famosi asini che volano nel cielo....ma questi asini, di colpo, si sono trasformati in angeli. Angeli pronti ad accoglierlo ed accompagnarlo nel paradiso dei grandi.

domenica 24 febbraio 2008

L'inchiesta: Sammartini dica 33

Iniziamo il nostro viaggio in sei tappe all’interno del civico 33 di Via Sammartini.
Quella che oggi è la sededi corsi di formazione professionale, oltre che abitazione di privati, nasconde un passato fatto di luci e ombre, tanto da essere conosciuto come “palazzo dell’amore”.
Ma di amore, inteso nel senso nobile e stilnovistico del termine, se ne è consumato davvero poco negli otto piani di cui è costituito il palazzo.


La storia

Inizialmente, lo stabile era un residence riservato al personale Alitalia. Con il passare del tempo, le cose hanno preso una direzione ben diversa. Trasferitasi la compagnia di bandiera, per l’edificio inizia un processo di degrado progressivo che lo porterà più volte alla ribalta delle cronache.
In poco tempo tutti gli 8 piani dello stabile iniziano ad essere occupati da prostitute di varie
nazionalità – soprattutto cinesi, slave e rumene – e da viados sudamericani.
All’esterno, i pusher maghrebini. Il tutto davanti agli occhi impotenti delle sole quattro famiglie residenti che lamentano la totale assenza e indifferenza delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Da un’indagine condotta dal gip Caterina Interlandi nel 2006 è emerso che per “esercitare la
professione” all’interno dei locali del “palazzo dell’amore” veniva pagata una cifra che andava da un minimo di 550 euro finoa 800 euro, per un mono o un bilocale.
Ad occuparsi della riscossione degli affitti era il custode che, una volta incassato il canone, rilasciava ricevute contenenti non il nome dell’affittuario ma il numero della camera.
Lo stesso custode si occupava, poi, di versare le quote ai proprietari degli appartamenti, tra i quali un ricco conte toscano, cui vennero confi scati, nell’ottobre 2006, otto appartamenti.
Ma non solo “amore” veniva consumato tra le mura del 33.
Il 7 luglio 1996 veniva trovato morto un transessuale uruguagio 22enne, Christian Diacono, accoltellato nel suo appartamento. A compiere il delitto fu Manuel Jimenez, transessuale
peruviano 30enne noto nell’ambiente come Jovan.
Passano dieci anni e la storia si ripete. Nell’ottobre 2006, in un appartamento del sesto piano viene trovato il cadavere di un altro trans: Edgar Cano Camacho, 41enne di Lima, Perù, riverso a terra con la faccia martoriata dalle coltellate.
Il tutto a soli 8 mesi dal servizio dell’inviato delle Iene, Luca Pelazza, che, portando il “problema
Sammartini” agli onori delle cronache nazionali, aveva risvegliato l’interesse delle istituzioni e delle forze dell’ordine.
Ma, evidentemente, non era abbastanza…
(G.C.)


Caccia alle Iene

Risale al 1 Giugno 2005 il primo servizio delle Iene; gli inviati si recarono in ore notturne presso lo stabile, fi ngendo di essere interessati a prestazioni sessuali.
Giunti nell’androne fi lmarono il viavai sulla strada (11 auto in un paio di minuti) e l’affl usso
continuo per le scale e l’ascensore di prostitute di ambo i sessi e dei loro clienti.
Con una mossa astuta la Iena riuscì a salire ai piani superiori filmando con una telecamera
nascosta le richieste riguardanti il meretricio. Una copia del servizio venne allegata a successivi atti processuali relativi al caso.
Particolarmente scioccante è il secondo blitz delle Iene, risalente ai primi del 2006, il cui obbiettivo era quello di scoprire se, dopo i recenti sgomberi, nel palazzo si “lavorasse” ancora e se
si potesse trovare anche della droga. Il protagonista del servizio, Luigi Pelazza, smessi gli abiti d’ordinanza da Iena, indossò quelli da cliente alla ricerca di facili emozioni: tramite una telefonata
si mise in contatto con un marocchino che si spacciava da protettore; l’accordo venne concluso
con la richiesta di 70 euro, 20 per lui e 50 per la lucciola sotto la sua protezione.
L’inviato si presentò nello stabile, all’incontro con il marocchino, con una telecamera nascosta,
ma prima di giungere all’alcova venne aggredito.
Il finto protettore chiamò due complici, ruppe una bottiglia di vetro ed usò i cocci per minacciare Pelazza, obbligandolo a consegnargli denaro e cellulare.
Sfuggendo all’agguato, il giornalista diede l’allarme ad Alessandro Palminiello, il collega che lo attendeva fuori. Dopo poco arrivarono le Volanti della Polizia che bloccarono quasi subito uno
degli aggressori, appena salito su un bus dell’ATM; si chiama Mohammed Belfarà, 25 anni marocchino, incastrato dalle immagini della telecamera. Un altro complice venne arrestato
l’indomani, mentre passeggiava ignaro sotto il commissariato di Porta Garibaldi Venezia; è un egiziano, senza documenti.
(S.P.)


L'amministratore

Federico Citarella entrò in gioco nel giugno del 2006 nelle vesti di amministratore di condominio.
Una carica diffi cile in uno stabile anomalo dove i portieri avevano il volto di pusher maghrebini e la maggior parte degli inquilini quello non meno rassicurante dei viados.
Un albergo ad ore in cui le uniche quattro famiglie oneste erano ostaggio continuo dell’indecenza di chi lasciava profi lattici e ogni genere di sporcizia sulle scale e per i corridoi.
La prima mossa che aveva in serbo il nuovo arrivato per stanare la criminalità fu il oinvolgimento diretto delle istituzioni. Scrisse lettere di fuoco al sindaco Letizia Moratti, a cui seguironono decine di esposti a Procura, Vigili Urbani, Polizia e Carabinieri.
Il risultato? Più silenzi che impegni e poche risposte dai toni rassegnati. Come quella del prefetto, che parlò esplicitamente di “limitati strumenti incapaci di contenere un fenomeno di illegalità così radicato che necessita di misure più generali”.
Una replica che avrebbe gettato nello sconforto chiunque, ma non Citarella che passò all’azione con un piano ispirato al sindaco simbolo della ripresa di New york, Rudolph Giuliani: tolleranza zero.
Questa la parola d’ordine con cui si presentò alla comunità di via Sammartini nelle prime riunioni. Portone d’ingresso blindato, sei telecamere a circuito chiuso e squadre di vigilantes diventarono i punti della sua strategia mirata ad una sola cosa: la vittoria della legalità. Tutto bene se il progetto non avesse avuto un costo non indifferente, vicino ai 12mila euro, destinato a scaricarsi sui bilanci familiari dei condomini, che all’inizio parlarono infatti di “inutile provvedimento” e “ingiustizia aggiunta all’ingiustizia”.
Il tempo però darà ragione all’intransigenza dell’amministratore. Per la prima volta i delinquenti
traslocarono in massa perché si sentivano controllati.
Sulle porte si affacciano oggi volti rassicuranti. E’ profumo di pulito quello che si sente sulle scale.
Per via Sammartini 33 è l’inizio di una nuova vita.
(A.L.)


Le autorità

In seguito alla rapina subita dalle Iene e al clamore successivo, la Squadra Mobile di Milano ha iniziato una serrata attività investigativa.
Il primo passo è stato capire di chi sia la proprietà delle otto abitazioni coinvolte, quelle appunto in cui si concentravano le attività illegali denunciate da Luigi Pelazza. Gli investigatori hanno scoperto che la proprietà era riconducibile ad una coppia di nobili benestanti che vivono in Toscana, dove gestiscono una azienda agricola. I proprietari avevano acquistato gli appartamenti come forma di investimento. Inizialmente li affi ttavano ai dipendenti Alitalia e solo successivamente agli stranieri. Pur non occupandosi in prima persona della gestione degli
affitti, i proprietari, più volte diffidati dalla polizia, erano al corrente del fatto che negli appartamenti si prostituivano donne e trans e che fra loro alcuni non erano in regola con i documenti. Il primo febbraio 2006, esattamente due anni fa, il Gip Caterina Interlandi, su richiesta del PM Luca Poniz, ha disposto il sequestro degli appartamenti. Gli uomini della Squadra Mobile hanno eseguito l’ordine accompagnando in Questura una decina di affi ttuari e sigillando le case a luci rosse. I proprietari sono stati denunciati per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, assolti in sede di giudizio perché il fatto non sussisteva. Il costo dell’affitto di locali anche molto piccoli variava tra i 700 e gli 800 euro e i contratti non erano regolarmente registrati. Contestualmente al sequestro sono stati effettuati controlli in sei appartamenti intestati a un altro proprietario. Si è trattato di una strategia investigativa attuata dal Capo della Mobile di Milano, Vittorio Rizzi, che ha inteso scoraggiare i proprietari di immobili ad affi ttare le abitazioni a prezzi anche molto alti, chiudendo un occhio all’illegalità. L’operazione è stata accolta con gioia dagli altri condomini dello stabile. Alcuni di loro si erano visti costretti ad esporre fuori dalla loro porta cartelli con la scritta “Qui vive una famiglia, non bussate”. A distanza di due anni dall’apposizione dei sigilli, il Vicesindaco Riccardo De Corato è stato interpellato dagli abitanti del quartiere sui provvedimenti attualmente attivi per scoraggiare la criminalità nello stabile: «Da gennaio 2008 - ha dichiarato
- abbiamo varato una nuova linea di fermezza e legalità, portando attorno alla Stazione Centrale più pulizia e più polizia. Dieci tra agenti e carabinieri, più altri otto vigili a presidio delle strade, un Security point fi sso,78 telecamere di ultima generazione, e 11 colonnine sos».
(G.L.)

La rinascita
Si respira fi nalmente aria nuova in via Sammartini.
Alle iniziative dei condomini, si sono affiancate altre attività che, in modi diversi, contribuiscono al miglioramento del quartiere. Molti sono i palazzi e le abitazioni oggetto di restauro o di bonifica. Nello spiazzo adiacente alla stazione, di fronte al ‘Palazzo dell’amore’, è attualmente in costruzione un parcheggio sotterraneo. Grazie al contributo della Regione Lombardia, due piani dello stabile al numero 33, sono stati adibiti ad uffici, in cui, dal settembre 2007, si svolgono diversi corsi di formazione professionale, ad opera dalla società “New people team”.
Il palazzo è quindi frequentato da ragazzi e docenti che, partecipano alle attività didattiche, animando la palazzina nelle ore diurne dei giorni feriali. Il quartiere milanese, malinconicamente
famoso per lo sfruttamento della prostituzione, si è così trasformato in laboratorio e fucina di nuovi talenti, pronti ad offrire il loro contributo per il miglioramento e il rinnovo della società.Si è solo alle prime battute di un processo di rivalutazione della zona che richiederà molto impegno e pazienza. Alle iniziative dei cittadini e delle società private, è utile che anche le istituzioni facciano sentire la loro presenza. L’azione delle forze dell’ordine andrebbe accompagnata da un risanamento più generale dell’intera area. Così si potrà dare nuovo vigore a chi crede di potere rendere la zona un luogo vivibile, trasformando il ‘ghetto’, in un quartiere vivo della città.
Fortunatamente la situazione generale della zona sta migliorando. Ai pochi nuclei familiari, presenti qualche anno fa, se ne sono aggiunti altri.
(G.M.)
Gay Street
Via Sammartini prosegue per oltre un chilometro, dalla Stazione Centrale fi no a largo San Valentino e via Spoleto.
Eppure, per capire il perché sia stata defi nita la “Gay Street” di Milano, è sufficiente passeggiare per scarsi duecento metri: si parte dall’angolo con via Tonale, si passa avanti all’After Line di patron Felix Cassolo e agli altri club privée, ci si ferma al fatidico 33, l’ex “condominio della trasgressione”.
Eppure, solo questa piccola parte della strada è dedicata al mercato dell’intrattenimento omosessuale, con i suoi sette locali creati ad hoc, sulla scia dell’intuizione di Cassolo, e con la targa “Gay Street”, apposta ben quindici anni fa ad integrarne simbolicamente il toponimo dall’onorevole Franco Grillini, che all’epoca era presidente di Arcigay.
Una minima parte della strada, appunto, ma suffi ciente perché via Sammartini sia conosciuta e chiacchierata, con buona pace dell’anima del musicista settecentesco (nella ritratto) cui deve il nome. Da compositore di musica sacra, ispiratore di Haydn e “padre” della sinfonia, Giovanni Battista Sammartini identifi ca oggi la movida gay milanese nella sua accezione peggiore: il degrado urbanistico e morale delle vetrine pornografi che, e della delinquenza organizzata, che con l’omosessualità non ha nulla a che vedere ma che trova terreno fertile nelle nicchie del “proibito”. Vallo a spiegare a chi viene a farti visita, che abiti nella zona “pulita” di via Sammartini, magari sopra l’edicola votiva della Madonnina di Fratel’Ettore.
Niente da fare, sei parte della Gay Street anche tu, della “brutta zona” di cui si lamentano commercianti ed esercenti. E fa ancora più effetto al solo pensare che, continuando la passeggiata, a nemmeno duecento metri si trova quella via intitolata a Christopher Gluck (guarda caso, allievo di Sammartini), che grazie a Celentano è divenuta storia di Milano e della musica italiana.
Oggi l’eredità storica e le vicende della cronaca sono suffi cienti ad innescare nei residenti voglia di rivalsa e lecite richieste di sicurezza e legalità: lo scorso sette febbraio un’assemblea di quartiere, riunita al teatro dei Salesiani, ha discusso sul modello del “Condominio orizzontale” proposto dall’amministratore artefice della ripresa del civico 33, considerato ormai un alfi ere dell’intera via.
“Creando un consorzio degli stabili – ha dichiarato Citarella – i cittadini interessati al miglioramento della qualità della vita uniscano le proprie forze, con più telecamere e portinerie attrezzate. Le istituzioni a quel punto ci verranno dietro”. Alla proposta di Citarella darà manforte anche il completamento del parcheggio e della piazza antistante il 33, in un’area cantierizzata da oltre due anni che al momento contribuisce all’immagine degradata della zona. Il resto spetterà all’iniziativa dei residenti, augurandoci che sia debitamente sostenuta dall’Amministrazione Comunale.
(M.C.)

La modernità futurista

MILANO - 100 anni dalla nascita del futurismo. 50 anni dalla morte di Giacomo Balla (1 marzo 1958). Milano non poteva ignorare questi numeri.
La ricorrenza è importante non solo per il mondo dell’arte, ma anche per la storia della società italiana. L’amministrazione meneghina ha affidato a Giovanni Lista, Paolo Baldacci e Livia Vellani il compito di curare, nelle stanze dello storico Palazzo Reale, una grande mostra retrospettiva di Giacomo Balla con l’intento di riesaminare da vicino l’opera di un grande protagonista dell’avanguardia storica italiana che fu artista, progettista, inventore, fotografo, pubblicitario, attore di teatro e di cinema e, sopratutto, scultore e pittore.
Dopo trentasette anni dalla ultima retrospettiva a lui dedicata a Roma, la città di Milano, da sempre sensibile all’opera del coevo e amico Boccioni, organizza per la prima volta una mostra dedicata a Giacomo Balla ripercorrendo il trentennio più signifi cativo della sua carriera, partendo dal divisionismo del 1900 fi no al futurismo del 1929. La mostra, concepita in cinque sezioni che illustrano e spiegano le diverse fasi della continua ricerca artistica di Giacomo Balla, permette di ammirare 200 opere tra cui olii, pastelli, acquarelli, disegni, assemblaggi, sculture, fotografi e e documenti.
Molti i prestiti che i curatori sono riusciti ad ottenere da prestigiosi musei e collezioni private internazionali come il Museum of Modern Art di New York, il Centre George Pompidou di Parigi e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
Il visitatore che accede alla mostra si trova catapultato in un mondo, ideato da Daniela Volpi, fatto di linee oblique e piani slittanti in netto contrasto con lo stile neoclassico delle sale espositive di Palazzo Reale. L’allestimento riprende, in sintonia con l’opera dell’artista, le tematiche della mostra valorizzando con una sapiente illuminazione tutti gli oggetti esposti.
Il percorso apre con la sezione dedicata al Divisionismo e alla visione fotografi ca. Le opere, risalenti ai primi del ‘900, sono contaminate dall’esperienza di Balla come litografo a Torino, avuta immediatamente dopo gli studi accademici. L’audacia dell’artista di conciliare due linguaggi diversi come la fotografia e la pittura caratterizza queste opere con l’utilizzo di inquadrature fotografi che e pennellate tipiche del divisionismo. Le tematiche affrontate sono quelle dell’universo intimo e familiare, sociale e politico descrivendo la routine quotidiana dell’operaio.
“Analisi del Movimento” è il titolo della seconda sezione che presenta la ricerca e la sperimentazione sulla plasticità e il movimento delle forme. Gli studi che l’artista ha compiuto sui corpi in volo, sulla aerodinamicità, sulla luce rifl essa, sulla velocità e sull’apparente disgregarsi dei corpi solidi in movimento, sono assolutamente visibili nelle opere come “Bambina che corre sul balcone” (1912), e “Automobile+vetrine+luci” (1912-13). La terza sezione, denominata “Ricostruzione futurista dell’universo” cita il titolo del manifesto che Balla fi rmò nel 1915 insieme a Depero. Qui il visitatore entra in contatto con la rifl essione dell’artista sul “complesso plastico” ovvero la tecnica dell’assemblaggio di materiali differenti e originali che vengono compattati in nuove opere abbandonando l’utilizzo degli olii e la bidimensionalità e ricercando luminescenze, rifl essi e superfi ci che possano dare l'idea del movimento e della fugacità. In questasezione è visibile “Complesso Plastico” (vedi foto) un'opera inedita realizzata nel 1914 e ritrovata recentemente a Roma.
La sezione “Arte-azione futurista” riunisce le opere di chiaro intento didattico e allegorico a testimonianza della volontà dei futuristi di utilizzare l’arte come strumento di educazione, propaganda e osservazione ironica della realtà.
A conclusione del percorso sono esposti i lavori che esprimono il concetto di energia che fl uisce dalla natura e dall’essere vivente e, attraverso sensazioni astratte, viene percepita.
Infi ne, è possibile visionare il documentario “Balla e i futuristi" realizzato da Jack Clemente nel 1971; opera questa di grande importanza sia didattica che cinefi la. La mostra è molto vasta e valida e dà prestigio ad una città come Milano dove la proposta culturale è ogni anno in crescita.
L’iniziativa ha mantenuto le aspettative di pubblico e gradimento del mondo artistico.

Stefano Scaiola

Bocciato dal TAR il ricorso di Air One

ROMA - Il Tar del Lazio, al termine di una camera di consiglio durata tre ore, ha respinto la richiesta di sospensione presentatadalla Ap Holding di CarloToto. La trattativa tra Alitalia e Air France Klm può ora proseguire in esclusiva.
Air One, però, non demorde e annuncia di essere pronta a ricorrere al Consiglio di Stato per rimarcare la presenza di una violazione dei principi di “Trasparenza e non discriminatorietà”.
La sentenza, emessa mercoledì sera dal TAR nel consiglio presieduto da Stefano Baccarini, però, ha stabilito che “non sussistono i presupposti per l’accorgimento dell’istanza cautelare per la carenza di elementi di irreparabilità del danno e per la mancanza di fumus boni iuris”.
Insomma, mancano gli estremi per presentare il ricorso. Il presidente di Alitalia, Maurizio Prato, ha espresso la sua soddisfazione per l’obiettivo centrato aggiungendo però che “è ancora lungo e diffi cile il percorso della compagnia di bandiera verso l’accordo con Air France”.
Il piano industriale della compagnia francese verrà presentato ai sindacati il 27 febbraio ed entro il 14 marzo sarà avanzata l’offerta vincolante dell’integrazione industriale condizionata all’acquisto della maggioranza delle azioni Alitalia.
La procedura dovrà essere autorizzata da Consob e Antitrust. Alla complessità dell’iter si aggiunge inoltre una richiesta specifi ca del direttore generale di Air France, Gourgeon, che vuole avere l’approvazione del prossimo governo italiano.
Una parola defi nitiva potrà essere pronunciata presumibilmente solo a fine maggio. Il Tribunale Amministrativo ha ora 40 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza. La decisione presa ha dato avvio ad uno scambio serrato tra gli avvocati di Ap Holding e quelli di Alitalia. Angelo Clarizia, legale di Air One, ha lamentato “una discriminazione e la non trasparenza della procedura seguita da Alitalia”, rilevando l’intervento del Ministero dell’Economia.
Inoltre non sono stati resi noti i criteri di valutazione delle offerte. Gli avvocati di Alitalia, Annoni e Scoca, e l’avvocato di Stato Amato, hanno replicato che “la ricerca del partner è stata un’attività strettamente privata eseguita secondo le norme del diritto societario”.
Se la decisione del Tar è stata valutata positivamente da CISL, UGL, ANPAC, ANPAV e AVIE, di diverso avviso è stato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che ha defi nito la sentenza “sbagliata” appoggiando la scelta di Carlo Toti di proseguire la battaglia contro la trattativa esclusiva con Air France.

Giulia Lò

Siamo in mutande

Aumenta, anno dopo anno, l’indebitamento delle
famiglie italiane. Ciò emerge da un’elaborazione,
eseguita dalla Camera di Commercio di Milano,
basata sui dati della Banca d’Italia. Mutui, credito al
consumo per l’acquisto di auto, elettrodomestici, mobili,
viaggi e altre tipologie di prestito, hanno portato
il debito totale delle famiglie a superare, nel 2006,
i 455 miliardi di euro. In media 19mila a famiglia.
L’acquisto a credito è diventata una pratica sempre
più comune, in ogni genere di compravendita, tra il
2005 e il 2006 è aumentato del 18%, passando da 68,5
miliardi di euro a oltre 81. Nello stesso periodo, i mutui
per la casa sono saliti del 12%, da 229 miliardi a
oltre 256. Ampliando la visuale e raffrontando i dati
del 2006 con gli stessi del 2000, si nota che le percentuali
di crescita sono più che raddoppiate. Aumenta
del 147% il credito al consumo, mentre i mutui salgono
del 120%.
Da debito nasce debito. Una ricerca dell’Associazione
bancaria italiana (Abi), evidenzia che tra dicembre
2007 e gennaio 2008 il tasso di interesse applicato
ai fi nanziamenti per l’acquisto dell’abitazione, ha
raggiunto i massimi livelli dal 2002, attestandosi al
5,72%. Sulla quota totale di indebitamento delle
famiglie italiane, affi anco ai mutui, aumenta la voce
credito al consumo. Questo negli ultimi dieci anni
è quadruplicato: se nel 1996 pesava per il 5,4% del
totale, nel 2006 è arrivato a coprirne il 18%. Questo è
il dato più grave in quanto riguarda beni che una volta
si compravano senza eccessivi problemi. La Camera
di Commercio, per contenere il fenomeno, chiede
di stabilire condizioni contrattuali più favorevoli al
consumatore, estendendo anche a quest’ultimo il
diritto di modifi ca del contratto in caso di cambiamento
delle condizioni economiche. Prerogativa che per ora
spetta al solo fi nanziatore.

Gabriele Martellozzo

Il fascino delle azzurre in rosa

ROMA - Cercando di ingannare il periodo di tempo che le divide dalle olimpiadi di Pechino, 25 atlete nostrane hanno scelto di “esibire” le loro doti da modelle indossando per l’ultimo numero di Donna Moderna le collezioni primavera/estate 2008.
Ognuna ha mostrato il suo lato femminile, facendosi immortalare in abiti eleganti nel momento decisivo della performance sportiva. La fiorettista Valentina Vezzali indossa un abito giallo di jersey disegnato da Versace e tra una stoccata e l’altra svela che il capo dal quale non riesce a separarsi è una maglia extralong, aderente e scollata sulla schiena.
Gianfranco Ferrè veste Tania Cagnotto di un abito viola in chiffon; la tuffatrice adora la moda sportiva, “stile surfi sta che va in Usa e Australia”, a vita bassa e gamba larga, pratiche ma sexy.
Per la pallavolista Francesca Piccinini, in abito rosso Dolce e Gabbana, il problema sono le scarpe: “Spesso non trovo il mio numero, il 41. Ho circa 300 paia di scarpe ma ne vorrei molte di più”.
La “decana” del gruppo e sicuramente Josefa Idem, canoista, che dall’alto dei suoi 43 anni mostra un fisico invidiabile e rivela che da giovane detestava le sue braccia muscolose ma con la scoperta dei tailleur ha risolto il suo problema. Dal canto suo la ginnasta Vanessa Ferrari, in posa plastica “dentro” un corpetto di perline di Laura Biagiotti, ironizza sul problema della statura: un fisico perfetto in soli 143 centimetri che la obbligano a comprare gli abiti nei negozi per adolescenti. Per sopperire a questo problema si reca a Parigi “dove trovo gli abiti femminili che piacciono a me anche in taglia 12 anni”.
Una bella tuta da nuoto, attillatisima, griffata Armani, invece, per Federica Pellegrini che, al contrario della Ferrari, rivela di aver superato i complessi adolescenziali: “Da ragazzina non mi piacevo. Ora mi vedo alta, bionda e bella. E mi vanno bene i muscoli che ho. Per questo dalla moda voglio abiti fascianti, gonne a tubino, meglio se neri, e tacchi alti. Anche per andare al supermercato”.

Silvia Pesce

Pippo e Pierino, a voi Sanremo

SANREMO - La serata televisiva del 25 Febbraio si apre con la 58° edizione del Festival della canzone italiana. A condurre la kermesse dal teatro Ariston di Sanremo il pilastro dell’evento musicale Pippo Baudo e l’altrettanto volto noto Piero Chiambretti; immancabile il ruolo mora-bionda che quest’anno vede la contrapposizione della bellezza mediterranea di Bianca Guaccero a quella nordica della modella Andrea Osvart.
L’appuntamento si svilupperà in 5 serate che vedranno l’esibizione di 20 campioni, 14 giovani e di svariati ospiti italiani e stranieri. La grande novità di quest’anno è riservata alla terza serata: i campioni, che quest’anno non subiranno alcuna eliminazione, fino alla premiazione, proporranno la propria canzone in una versione riadattata, duettando con artisti italiani o stranieri; i nomi in lizza sono di alto livello come il vincitore dell’anno scorso,Simone Cristicchi, che affiancherà il rapper italiano Frankie Hi Nrg o Michael Bolton che salirà sul palco al fianco di Anna Tatangelo. Le premiazioni, che si svolgeranno nelle ultime due serate, vedranno la consegna dei premi agli artisti interpreti, ai compositori della musica e agli autori dei testi delle canzoni oltre al riconoscimento della città di Sanremo a un grande artista della musica italiana contemporanea.
Le ultime notizie sul Festival ci giungono però dall’infermeria; Andrea Osvart ha preso una botta alla spalla durante le prove, Lenny Kravitz è stato ricoverato, nei giorni passati, in un ospedale di Miami per una forte bronchite e Kylie Minogue ha dato forfait per problemi di salute (la star è stata colpita 2 anni fa da un tumore al seno).
Nonostante questi ultimi intoppi, il Festival comincerà alla grande con la discesa in campo della
categoria dei super-ospiti italiani: Gianni Morandi inaugurerà la serata e Carlo Verdone, accompagnato da Claudia Gerini, metterà in scena uno sketch del suo ultimo fi lm “Grande, Grosso e Verdone”. La gara invece metterà in pista 7 Giovani e 10 Big tra cui due dei favoriti: Anna Tatangelo con la canzone “il mio amico” e Michele Zarrillo con “l’ultimo film insieme”. E come sempre non mancheranno le solite “Facce da Festival” la cui bandiera verrà tenuta alta
da Toto Cutugno , la Bertè, Amedeo Minghi e Little Tony.
E intanto il Grande Fratello cambia la serata di messa in onda per non scontrarsi con la prima
del festival; gesto di paura verso il “nemico” o di altruismo?La risposta non la sappiamo ma come ogni anno, volenti o nolenti, ci lasceremo trasportare nel vortice sanremese.

Silvia Pesce

A volte ritornano…

E’ prevista per il 29 febbraio l’uscita dell’ultimo fi lm diretto ed interpretato da Sylvester Stallone: John Rambo. A 26 anni di distanza dal primo film ritroviamo il nostro eroe, ex reduce del Vietnam, in ritiro al confi ne tra la Tailandia e la Birmania. Un gruppo di missionari laici, però, ne turba il meritato “riposo del guerriero”, coinvolgendolo in una missione di soccorso in alcuni villaggi vessati da un sadico regime militare.
Come accaduto per Rocky l’anno scorso, Stallone ha deciso di stanare nuovamente anche il vecchio reduce Rambo, catapultandolo in un nuovo sviluppo narrativo e nell’ennesima chiamata alle armi.
La lavorazione di quest’ultimo sequel si è comunque rivelata alquanto diffi coltosa: Stallone ha ricevuto minacce di morte durante le riprese. La pellicola è stata infatti girata in Birmania nel mezzo di una guerra civile e l’attore americano e’ stato minacciato con l’accusa di aver sfruttato e di aver infierito sulla situazione in cui si trova il Paese.
Lavorazione travagliata a parte, se i primi film di entrambe le saghe sono ormai entrati a far parte della storia del cinema (Rocky, nel 1976, vinse tre premi oscar), scatenando ad ogni nuova visione pensieri nostalgici che riconducono agli anni ’70 e ’80, gli ultimi capitoli lasciano alquanto perplessi sulle vere ragioni che hanno spinto Stallone a riprendere le fi la delle due vicende. La lettura che si presenta allo spettatore può essere duplice: come ivalutazione di due figure eroiche e profondamente umane, divenute entrambe cone assolute di eterminazione, orza e voglia di iscatto, ormai arte integrante ell’immaginario ollettivo, riproposte in due “ultimi” capitoli che possono risultare commoventi e capaci di suscitare un sentimento di malinconica compassione; o come l’ennesima operazione commerciale hollywoodiana, che punta a quella stessa sensazione di nostalgia e di pateticità per rimpolpare con gli incassi degli innumerevoli fan delle due serie le sue già straripanti casse, dando così prova di una spesso deprimente mancanza di idee nel mondo dorato del cinema americano (ipotesi per altro plausibile, data l’uscita di John Rambo a così breve distanza e così precisa tempistica da Rocky Balboa). Forse critica e spettatori vedranno in queste due ultime opere di Stallone un idealizzante recupero del nome e dell’identità più profonda dei loro eroi; o forse quest’ultima opera verrà presa in scarsa considerazione, come mera operazione commerciale. Dovremo attendere ancora qualche giorno per stabilire un possibile confronto ed esprimere un giudizio in merito.

Antonella Muroni

Into the Wild - la recensione

Tratto dal libro di Jon Krakauer, “Nelle terre estreme”, il fi lm di Sean Penn racconta la storiavera di Christopher McCandless, che fresco di laurea abbandona famiglia e carriera alla ricerca della verità; il suo viaggio attraverso gli Stati Uniti, visto come una sorta di rinascita, che dall’adolescenza alla maturità porterà il suo protagonista a una nuova, importante e devastante consapevolezza, conducendolo nelle selvagge e desolate dell’Alaska.
Attesi per ben 10 anni i diritti per girare il film, Penn realizza un’opera d’intensa sensibilità, esplorando con grande bravura il tema della fuga e quello della profonda ricerca e conoscenza di sé. Guardando il film, inoltre, non si può fare a meno di notare quanto il regista abbia voluto e desiderato essere ‘dentro’ ogni singolo fotogramma, e come abbia voluto trasmettere questa sensazione allo spettatore, catapultandolo dentro un’onda, un campo di grano, una rapida o, semplicemente dentro il dolore del viso di una ragazzina innamorata e di quello di un vecchio soldato rimasto solo, entrambi solcati dalle lacrime per un qualcosa di importante che non hanno
potuto afferrare in tempo.
Il film di Penn regala momenti di grande cinema, immergendo lo spettatore in una fotografia ora luminosa e accecante ora grigia e livida. La colonna sonora, affidata al cantante dei Pearl Jam, si fonde perfettamente con ogni immagine ed ogni parola, dando allo spettatore momenti di trascinante contemplazione.

A. M.

Italiane, tra colpi "Real" e sgambetti inglesi

Una vittoria, un pareggio e una sconfi tta. I tre canonici simboli della schedina, così ordinati, si abbinano tranquillamente alla storia delle nostre squadre impegnate negli ottavi di fi nale di Champions League.
La copertina spetta di diritto alla Roma. Un segno guadagnato con una straordinaria rimonta non ai danni di una squadra qualsiasi, ma del Real Madrid. Allo stadio Olimpico i veri galacticos sono stati Totti e compagni che hanno saputo rispondere all’acuto di Raul in apertura grazie alle reti di Pizarro e Mancini. Ora c’è la gara di ritorno al Bernabeu, nulla è scontato, ma intanto, i giallorossi si sono portati avanti con il lavoro e potranno gestire un vantaggio seppur minimo, ma che regala
grandi speranze al popolo romanista. D’altronde la lezione del sette a uno subito a Manchester lo
scorso anno, sarà pure servita a qualcosa.
L’unica a non ridere, anzi, dopo la due giorni di Champions è l’Inter di Roberto Mancini. Ad Anfi eld Road, un due a zero a favore del Liverpool che ha lasciato molto di più del solito amaro in bocca. I tifosi che si sono recati in Inghilterra, pagando di tasca propria viaggio e biglietto, hanno
incontrato la squadra all’aeroporto prima di partire alla volta di Milano ed è partito uno scambio di opinioni: “Andate a lavorare”, con la replica di Mancini: “E voi pensate a tifare”. Ma è anche polemica interna tra Ibrahimovic e Materazzi. Lo svedese ha accusato, nemmeno troppo velatamente, il difensore di aver lasciato la squadra in dieci dopo soli trenta minuti complici
due espulsioni. Cordoba, inoltre, ha chiuso la sua stagione con un infortunio al ginocchio, per il classico: piove sul bagnato.
Milan con il brivido, invece, a Londra contro l’Arsenal. La squadra di Carlo Ancelotti ha eretto
un vero e proprio muro ed è riuscita ad uscire indenne da un campo diffi cilissimo. I rossoneri hanno traballato e parecchio, ma non hanno mollato nonostante la solitudine di Pato in avanti
nel giorno del suo esordio in Champions League e qualche altro giocatore che ha sentito, forse troppo, il carico di responsabilità di fronte a una gara così importante. Un ottimo pareggio tenendo conto che, a cinque dal termine, Adebayor ha calciato a botta sicura colpendo
una traversa che grida ancora vendetta da parte dei Gunners. Tra quindici giorni si bissa e che l’Italia calcistica provi a tenere alta la sua bandiera.

Giuseppe Caruso

Ferrari in pole

Nei test spagnoli di Montmelò, la Ferrari svela le novità
aerodinamiche, che dovrebbero consentire alla F2008
di allungare ulteriormente il passo nei confronti degli
avversari. Durante la giornata di mercoledì, benché la
pioggia abbia impedito ai piloti di sfruttare al massimo
le autovetture, il miglior crono è stato quello di Felipe
Massa, chiamato a portare al debutto il nuovo pacchetto
aerodinamico. I cambiamenti sono concentrati soprattutto
sul retrotreno della Rossa, mentre nella parete anteriore
si è intervenuto soltanto sulle prese d’aria dei freni, ora
più alte e di forma quadrata. La modifi ca più evidente
interessa l’alettone posteriore. Quello vecchio, usato da
Badoer nella giornata di ieri, ha il profi lo inferiore arcuato
verso l’alto, mentre il nuovo, montato sulla macchina
di Massa, ha un andamento a V, con le linee del profi lo
inferiore leggermente più dolci rispetto al precedente
modello. Anche il cofano motore, con il profi lo posteriore
che scende più deciso verso il basso, presenta notevoli
cambiamenti. Un grosso lavoro ha interessato la zona
del cambio, completamente ridisegnata e visibilmente
rimpicciolita. Modifi che hanno interessato gli attacchi
delle sospensioni, che hanno perso la carenatura che li
caratterizzava.
In questa sessione di test, sarà Massa a collaudare il
nuovo pacchetto aerodinamico, mentre la prossima
settimana, sarà Raikkonen a girare con la confi gurazione
che il 16 marzo a Melbourne debutterà nel mondiale.
La pioggia ha rallentato il programma di test della
McLaren-Mercedes, che solo la prossima settimana
con la presenza di Lewis Hamilton, vedrà il debutto del
suo pacchetto aerodinamico. Per mancanza di pezzi di
ricambio e nessuna voglia di rischiare, resta al palo la
Renault.

Gabriele Martellozzo

Il pagellino del docente

A cura di Luca Colantoni
Giuseppe Caruso - A nessuno piace trovarsi con i piedi dentro un blocco
di cemento e quindi incute un certo rispetto vista la parlata siciliana. Ha
delimitato il suo territorio immediatamente ed ha fatto entrare nel suo
harem: Fish, la “donna del boss”. Dietro tutto questo però, si “nasconde”
un bravo ragazzo. MIZZICA
Marco Clarizia – Il giudizio è nel complesso buono, prima per aver dato
un volto grafi co ai pensieri scombinati di un prof dal poco standing e
poi per le sue idee chiare sul fare il giornalista. Esordisce con un “scusa,
è libera”, rivolgendosi a Serena, ma in realtà indicando una sedia. La
suddetta avrebbe lasciato il corso proprio per questo. PIACIONE, MA
CON STANDING
Anna Lazzari – Occhialetto da brava ragazza, capello corto sbarazzino
e tanta voglia di emergere a suon di articoli. Chi poteva mai immaginare
che alla fi ne sarebbe emerso qualche lato di un passato “torbido”. Studia
da cronista e fa bene, anche se per fare domande ci sarebbe bisogno di
un po’ più di voce. SILENZIOSA
Giulia Lò – In lei c’è tutta Brescia e dintorni. Se non avesse lavorato
in televisione, la Leonessa d’Italia l’avrebbe inglobata nella sua fi liera
delle scarpe. Meglio così. Potrebbe lavorare in un giornale di quelli
specialistici tipo: La Settimana Enigmistica. Vista la sua propensione al
Sudoku. REGINA DEI NUMERI
Gabriele Martellozzo – Che dire, ce ne sono pochi in giro. Ha meritato
sul campo i galloni del caporedattore del giornalino del corso, mentre
resterà consegnato alla storia del giornalismo il Tg per sordomuti da
lui interpretato in maniera “impeccabile”. Battuta pronta e sorriso
smagliante, si è anche preso del “bel biondone” da una tipa alle
macchinette del caffè (sarà stato caffè??). GENIALE
Antonella Muroni – Lei è così, sempre con lo stesso sorriso sia alla
prese con un articolo, sia di fronte a una birra. Si intrattiene volentieri
a parlare con tutti, a condizione che a un certo punto si parli del suo
argomento preferito: da Fantozzi a Kubrick, basta che sia cinema.
Geniale in un momento di prove di alta televisione da consegnare agli
annali. CINEFORUM
Silvia Pesce – La “mascotte” del gruppo vista la sua giovane età. Già
per il fatto di avere un cane che si chiama Bruno e un fi danzato che si
chiama Cesare, entra di diritto nella storia di questa bella combriccola.
Svogliata quanto basta, brava ma non lo sa ancora, sopperisce il tutto
con un bel sorriso da pin-up e unghie da tigre. SARANNO FAMOSI
Stefano Scaiola – L’uomo dalle due facce. Un lato è da classico bravo
ragazzo con occhialetto dalla montatura leggera e capello ben curato.
Dall’altro spuntano un paio di piercing all’orecchio che lasciano
intendere che non poteva altro che capitare in questo corso. L’uomo
della cultura, parvenza di serietà che cade però quando si sbellica dalle
risate davanti a una telecamera. SPETTACOLARE

venerdì 22 febbraio 2008

COMUNICATO STAMPA.....UN MOSTRO DI MOSTRA.....(2)

Argomento: CAZZEGGIO

Milano, 22 febbraio 2008

Inizierà domani, presso la Fiera di Milano Rho, la mostra del famoso fotografo Gabriele Martellozzo dal titolo: "Nudi e Crudi".

La caratteristica delle sue fotografie è quella di immortalare personaggi famosi in situazioni particolari. "Papa senza veli" è la foto che lo ha reso celebre nella quale è immortalato il Papa nudo a bordo piscina, ma non meno nota è: "Scandalo in via Sammartini" dove un alto esponente della New People Team, famosa società milanese, è stato pizzicato mentre si intratteneva sulle scale dello stabile del civico 33, sede dei corsi da loro promossi con una persona di dubbia sessualità, in posizioni di difficile fraintendimento.Ma in esclusiva assoluta la foto che ritrae il ritrovamento di una gigantografia della nota ambasciatrice dell'ONU Anna Maria Lazzari nel cantiere di un parcheggio sotterraneo in zona stazione Centrale.La foto porta alla luce una fetta del suo passato torbido:la gigantografia la vede vestita con una tutina in lattice rosso fuoco,frustino, manette e il volto dell'eletto schiacciato sotto i suoi tacchi vertiginosi.La mostra durerà fino al 2 Maggio e sarà seguita nei mesi successivi da altre repliche in tutto il mondo: Parigi, Londra, Madrid sono già state confermate; a data da destinarsi invece l'evento a Tokio. Un'altra peculiarità del fotografo è quella di organizzare le sue mostre rigorosamente ogni 2 anni: indimenticabile quella del 2006 che ha accentrato l'interesse di oltre 30 mila persone, 10% in piu del 2004. Il fotografo ha tenuto la conferenza stampa, nella residenza estiva dei conti Martellozzo, i suoi genitori, che si trova a ridosso della ridente cittadella di Segrate. Ha concluso il tutto con un avvertimento : "Attenti personaggi famosi, perchè quando meno ve lo aspetterete io ci sarò".

COMUNICATO STAMPA.....UN MOSTRO DI MOSTRA.....

Categoria CAZZEGGIO

Milano, 21 febbraio 2008

L’attesa mostra fotografica del grande artista Gabriele Martellozzo titolata “Nudi e crudi”, sarà aperta al pubblico presso i padiglioni della Fiera Rho Milano a partire da venerdì 22 febbraio fino al 2 maggio 2008.

L’eccentrico fotografo, noto per la spregiudicatezza dei suoi reportage, espone ormai d’abitudine ogni 2 anni. Da quando nel 1989 documentò in una mostra ormai storica i retroscena grotteschi della caduta del muro di Berlino. E’ nell’immaginario collettivo lo scatto che ritrae il giovane i cui piedi sono conficcati in blocchi di cemento dipinti con graffiti metropolitani. Sullo sfondo sornione si riconosce il volto di Peppe Caruso, famigerato boss della mala che allora muoveva i suoi primi passi nel mondo della criminalità organizzata. Quante storie può raccontare una singola fotografia di Martellozzo?

L’ultima mostra allestita nel 2006 è stata visitata da 30mila persone, un’affluenza superiore del 10% rispeto alla precedente del 2004.

L’artista è pronto a stupirci ancora con i suoi scatti che colgono impietosi l’essenza più umana dei personaggi del jet-set e della politica. Farà discutere l’attesa immagine di Papa Benedetto XVI in abiti adamitici mentre si prepara a bagnarsi nelle acque delle piscine vaticane.
Farà certamente scalpore anche l’immagine davvero assai cruda del cruento pasto della nota starlette televisiva, Valentina Carbone.

A margine della conferenza stampa che si è tenuta stamane a Segrate presso la residenza estiva dei Visconti Martellozzo da Legoratta, il fotografo ha dichiarato “Sono lieto del successo del mio lavoro, il mio intento è sempre e comunque la ricerca della verità dell’animo umano nella sua essenza più profonda, nuda e cruda appunto; e ho ancora molto, molto da indagare, e a fondo, molto a fondo…”. Alla domanda su chi potrebbe essere il protagonista dei suoi prossimi scatti, Martellozzo ha risposto senza la minima esitazione: “Luca Colantoni, noto giornalista sportivo di manifesta fede romanista, e quindi truce, molto truce. Inizierò presto gli appostamenti. So dove abita”.
Nei prossimi mesi la mostra toccherà le città di Parigi (20 maggio-20 luglio), Londra (10 settembre-10 novembre), Madrid (1 dicembre – 2 febbraio 2009).
Ancora da confermare un’eventuale data a Tokyo.

UFFICIO STAMPA G.L.

giovedì 21 febbraio 2008

Paradosso...ma mica tanto, quello del Sor Moretti...

Lezioni di giornalismo.....

Etimologia della parola.....



"Pisquano [pi-squà-no] è un termine derivato dall'inglese pipsqueak (persona, cosa insignificante) e viene usato, soprattutto in area lombardo-emiliana, in modo scherzoso per definire una persona stolta, priva di attitudini o capacità.

Il termine pisquano viene contemplato nei dizionari italiani dalla prima metà degli anni sessanta dopo che il suo utilizzo si era velocemente diffuso nel breve periodo di amministrazione Alleata del dopoguerra e consolidato nella riviera romagnola a causa dell'influsso linguistico straniero.

Nelle province lombarde ed emiliane è anche usata l'espressione "pisquano sesquipedale" per indicare l'autore di un intervento oratorio pretenzioso e inconsistente, con evidente riferimento ai "sesquipedalia verba" del poeta Orazio. La paternità della locuzione è da molti attribuita al prof. Vittorio Sirri di Cesena".

martedì 19 febbraio 2008

Vuoi fare il giornalista?...Vai al Grande Fratello...!!!!!



Comincerei dall'inizio. Io, altri miei colleghi (pochi a dire la verità) ci stiamo facendo ormai da anni il cosidetto "mazzo" per poter sopravvivere facendo i giornalisti, ma avevamo sottovalutato una cosa.

Che stupidi, sono otto anni che esiste e non ci abbiamo mai pensato: per lavorare dovevamo fare i concorrenti del Grande Fratello!!!

Ormai non ci stupisce più nulla. Una, bionda, lavora in banca, poi racconta barzellette in tv, poi entra nella casa del GF, poi fa l'attrice, la valletta, le televendite, la pubblicità sui giornali e poi dove te la ritrovi? Ovvio, a condurre Uno Mattina, è la sistemazione più logica no? Ma vi sembra normale? E' bastato chiudersi un centinaio di giorni dentro quella casa, dormire tuttoil giorno, farsi notare per altre qualità e poi uscire e sfoderare una faccia da "tutto mi è dovuto" per lavorare alla faccia di chi questo mestiere lofa sul campo, gettando lacrime e sangue dietro un intervista, un articolo, due dichiarazioni da pubblicare per una manciata di euro. E questa, invece? Arriva...toma toma, cacchia cacchia (citando Totò) e parla in tv, a volte anche di cose delle quali non ne conosce neppure il significato. Tra una dormita sui divani del Grande Fratello e uno che si fa un culo enorme per preparare e passare un esame per diventare giornalista professionista e avere una tessera che deduciamo, a questo punto, non serva assolutamente a nulla se il bacino da cui attingere è quello del gossip tv invece che della lista dei milioni di disoccupati!!!!!!!

Finita? Nemmeno per idea, continuiamo:

L'altra, mora, vince il GF e la prima cosa che dice uscita dalla casa è: "mi piacerebbe fare la giornalista". Ma prego, avanti, c'è posto. Alla faccia dei precari e di chi lotta per farlo che le facciamo fare? L'inviata a Lucignolo va bene? Ma si, visto che ci sta simpatica, le facciamo anche il praticantato cosi, detto fatto, potrà fare l'esame da professionista. Non va bene Lucignolo? Non importa, cambiamo rete, da Mediaset alla Rai...che ci vuole, va bene La Vita in Diretta? Almeno va a fare compagnia all'altra bionda del GF che già va in giro a fare "interviste" ai vip di turno per la stessa trasmissione.

Ma non è finita, nel penultimo GF, per la prima volta è entrato un giornalista vero. Il nostro collega (ma si, lo avremmo fatto anche noi), ad un certo punto si è sfogato in diretta notturna raccontando anni di precariato mal pagato e dei calci nel sedere beccati dopo un anno di stage e di come sia stato superato per i contratti a termine. Tutto questo è andato in onda in fascia notturna però e, nella striscia quotidiana è stato bellamente ignorato. (Paura di far scoprire gli altarini???)Nobile da parte tua, grazie amico nostro, ma non era dovuto anche perchè tu ti sei riciclato come Dj...e ora scrivi per un giornale di gossip seguendo proprio le gesta dei ragazzi della casa...e chissà quante porte ti si apriranno ancora....Ma ancora...Augusto De Megni passato dall'anoninato dopo un sequestro alla casa del Gf ed ora "eminente" opinionista, giornalista sportivo e tuttologo in diverse trasmissioni dell'etere nazionale....mah....verrebbe quasi da rinunciarci, ma siamo testardi e noi continuiamo a voler fare il mestiere che più ci piace.....

Mi verrebbe anche da dire che Marco Liorni, in possesso di tessera professionale, negli ultimi anni si è limitato ad aprire e chiudere le porte della famosa casa e, quando si è dilettato in cose più "giornalistiche", ha retto due/tre puntate e poi stop....Caro Marco, torna tra noi....ti prego....!!!!!!!

Mah. Anche io, i miei colleghi, i ragazzi del corso, tutti vorremmo lavorare a Lucignolo, non ci dispiacerebbe nemmeno un Matrix, un Verissimo o uno dei tanti programmi di approfondimento, ma noi non siamo mai entrati nella famosa casa del GF e quindi questo "privilegio" di proporci per le cose più svariate (ed essere comunque presi) non ci spetta....

Noi siamo...Quelli che si fanno il culo e basta...e soprattutto....siamo...Quelli che aspettano!!! Ma ancora per quanto?????

Certo però, ad averlo saputo prima che per fare questo mestiere bastava mettersi a ballare in mutande davanti alle telecamere.....ci si adeguava....

lunedì 18 febbraio 2008

(Non) Cominciamo bene......

Eccomi qua, volevo fare due chiacchiere sul lavoro, visto che sono io (si, sono quello anziano del gruppo), a portare questi ragazzi alla scoperta della vita professionale o quantomeno di quello che accade nel mondo del giornalismo. Inizierei dalla fine, dalle magagne, dalle situazioni limite e dai calci nel culo che uno deve prendere prima di dire....faccio il giornalista....

D'altronde...chi ben (mal) comincia...è a metà dell'opera...e allora...AVANTI MIEI PROD...EHM...SUONA MALE....AVANTI MIEI....BHO...VABBE', AVANTI E BASTA!!!!!!!!

....Io sono un cittadino italiano, di quella Repubblica fondata sul lavoro, sono un giornalista professionista e io, come tanti altri colleghi, mi colloco (ahimè) in quella parte del mestiere meno dorata, non quella dei lustrini e delle paillettes, dei tg nazionali e delle firme da prima pagina.Ma tutto questo non importa, vorrei generalizzare il discorso perché scrivo, con la speranza di poter intavolare una bella discussione che riguarda, sì, il mio lavoro, ma in questo momento storico riguarda tutti i lavori, nessuno escluso: basta solo chiudere gli occhi e immedesimarsi un attimo…….:

C'è una parte di ogni mestiere, fatta di precarietà, di contratti a progetto e, proprio per colpa di quel tipo di contratto, schiava di gente senza nessun scrupolo. Io, per esempio, qualche anno fa lasciai tutto (la mia casa e le altre collaborazioni che avevo) per trasferirmi ed entrare a far parte di un progetto giornalistico allora in ascesa ed ora, dopo tre anni è arrivato un sonoro calcio nel di dietro dovuto non alla bravura o meno, anzi si è trattato di un bel calcio pieno di bei complimenti, quasi come a scusarsi che ti stavano letteralmente cacciando, potendolo fare per colpa del solito e sarò ripetitivo: Contratto a Progetto.

E molti di voi, colleghi che state leggendo capirete cosa intendo visto che, ormai, averne uno "giornalistico" è pura utopia. Così come avere un contratto vero in qualsiasi altro lavoro e se poi arrivi dopo i 35 e "resti a piedi", devi poi saperti accontentare oppure non trovi nulla di nulla.Ma è mai possibile che dopo una certa età ci si debba sentire "finiti"? Io capisco tutto, capisco le logiche (o illogiche) delle varie aziende, ma perché in Italia si fanno sempre figli e figliastri, perché qualcuno ha dei privilegi ed altri no. E poi quel signore anzianotto va a parlare di "Bamboccioni".

Ma se siete i primi voi a volere che in molti restino a casa perché non gli date nessuna possibilità……O cavolo, a parlare chiaro si va: c'è chi resta bamboccione con un curriculum da fare invidia e c'è chi fa lavori altisonanti e dagli stipendi principeschi solo perchè è raccomandato dal potente di turno!!!!! E quelli hanno tutti i privilegi, gli altri no.....informatevi sul blog di Grillo dove lavorano i figli di Padoa Schioppa…. Domanda: secondo voi fanno i muratori a 700 euro al mese???? Ah ah ah ah…..Schioppo dalle risate…..Io e quelli come me, invece facciamo fatica ad avere quei suddetti privilegi e magari, se coltivassimo anche noi il sogno di poter dimostrare il nostro valore (e vi assicuro che di valori nascosti ce ne sono a centinaia), che ne so, proprio in aziende o realtà importanti, ecco, questo sogno dovremmo tenerlo dentro un bel cassetto, chiuso a doppia mandata e soprattutto senza speranze.

Senza speranze perchè? Risposta facile facile: prima di tutto perché ci sono quelli dagli amici dalla cornetta facile, quelli che fanno telefonare e che vengono piazzati immediatamente senza passare per colloqui o selezioni. Tornando al mio povero lavoro di giornalista, li chiamerei i "figliocci dei furbetti del quartierino giornalistico". Poi, ci sono i ragazzi delle scuole che hanno diritto di precedenza. Ehhh, ma loro hanno tanta teoria alle spalle e tante spinte.

Si, però parliamo di pura teoria....e chi invece non ha alle spalle una bella scuola di giornalismo, chi ha però buttato lacrime e sudore per strada per anni, alla ricerca di una frase da poter pubblicare o riferire in radio o tv, sotto la pioggia, al sole cocente, in piedi per ore e poi davanti al computer a scrivere di fretta perchè la pagina chiude e c'è da andare in stampa?.... Chi ha atteso anni e anni per fare l'esame di Stato, ecco, e a questi, che il mestiere lo sanno fare veramente perché lo hanno imparato dalla strada, cosa spetta dopo tanti anni di gavetta e di bocconi amari mandati giù....quel famoso calcio nel sedere???

Si, proprio così, un bel calcione nel sedere, per me e per tanti altri Signor Nessuno del giornalismo. Ma, ripeto, immedesimatevi, perché i calci nel sedere li prendiamo tutti…….perchè l'esempio è quello della mia categoria, ma è valido per tutti, nessuno escluso…..Senza parlare del curriculum: facendolo girare dopo aver accumulato un bel po' di esperienze, ho scoperto anche che avere un buon curriculum può essere deleterio ("sei troppo professionale")....Quindi attenzione...mi rivolgo a tutti i precari...noi già lavoriamo poco e male e quindi...proviamo a fare anche meno, altrimenti nessuno ci prende in considerazione....mah!!!!

A dire il vero, una conclusione l'avrei trovata: Che stupidi, sono sette anni che esiste e non ci abbiamo mai pensato: per lavorare dovevamo fare i concorrenti del Grande Fratello!!! Ormai non ci stupisce più nulla, basta entrare in quella casa e puoi chiedere quello che vuoi, ma va a finire che devi essere raccomandato anche per entrare lì dentro…..Per ora, noi siamo...Quelli che si fanno il culo e basta e soprattutto...siamo... Quelli che aspettano!!! Ma ancora per quanto?????

RAGAZZI, QUESTO E' UNA SPECIE DI GIURAMENTO: A QUESTO PUNTO, VE LA SENTITE DI CONTINUARE???????

Luca